Di seguito una vecchia intervista che il gruppo Mondadori mi fece nel lontano agosto 2000 per la mia candidatura a membro dell’Icann.
Sembra passata una intera era geologica.
Anche Repubblica riporta ancora una pagina sull’argomento (pdf).
Punto Informatico pubblicò questo articolo (pdf).
L’intervista Mondatori è scaricabile anche in versione pdf.
Intervista a Giuseppe Augiero
Background rispetto a Internet
Il mio background rispetto ad Internet è nettamente tecnico. Ho rivestito il ruolo di system administrator per alcune aziende e il ruolo di network administrator per un grande centro di ricerche italiano. Credo nella filosofia del free software e partecipo in modo attivo nella comunità degli sviluppatori di Linux. In questo momento seguo lo sviluppo dell’Ipv6 (nuova versione dell’Internet Protocol).
Il ruolo dell’Icann, così come il candidato lo vorrebbe
In questi anni il ruolo ricoperto dall’Icann è stato veramente fondamentale per la crescita di Internet. È giusto che sia una corporazione no-profit a gestire questioni delicate come la creazione di nuovi Tld o l’assegnazione di una risorsa così limitata come gli indirizzi Ip. È fondamentale, a mio avviso, che l’Icann continui in futuro ad avere un ruolo più tecnico che amministrativo in modo che nessun fine politico o commerciale possa intaccare la libertà di Internet. Internet deve continaure a rimanere una risorsa di tutti e di nessuno.
Se si fosse costretti a una scelta netta, l’Icann dovrebbe avere compiti: più tecnici o più politici?
Sicuramente compiti più tecnici. Compiti più politici potrebbero intaccare la “libertà” di Internet.
Valutazione sui metodi utilizzati per le elezioni in corso e valutazione sul metodo di insediamento della commissione
Credo che il percorso per l’elezione dei futuri membri dell’Icann è stato reso abbastanza trasparente e democratico. L’iniziativa At Large Membership ha riscosso ottimi risultati, più di 158.000 utenti di Internet sono diventati membri dell’Icann.
È importante o irrilevante che ci sia pochissima Italia nei luoghi dove si decide davvero il futuro di Internet?
Come al solito l’Italia riveste un ruolo da fanalino di coda nel momento in cui si parla di “futuro tecnologico”. Mi ha fatto, comunque, molto piacere notare che i candidati Italiani rappresentano una buona percentuale sul totale. Siamo a una svolta?
Qual e’ l’opinione del candidato sul rapporto che dovrebbe esistere tra leggi e regolamenti da un lato e sviluppo della Rete in Italia dall’altro?
Internet deve assolutamente continuare a crescere e a diffondersi con la stessa “libertà” con cui è cresciuta fino ad ora. Nessuna legge di nessun Paese deve o può limitare la sua espansione. D’altro canto occorre, però, che una sorta di authority vigili sulla gestione dei root server e sulla creazione di nuovi Tld.
Dominio .eu, che cosa ne pensa?
Dopo tanti rinvii e tanti polveroni alzati inutilmente sarebbe l’ora che il Tld .eu venisse creato. In una macroeconomia in cui non si parla più di singoli Stati d’Europa ma di Comunità Europea creare il Tld .eu e’ una esigenza.